TERREMOTO, NON C’È PIÙ CUORE DELL’ITALIA MEDIOEVALE: MACERIE E APOCALISSE

La statua di San Benedetto a Norcia davanti a quel che resta della sua Cattedrale, distrutta dal terremoto

Non ci sono parole per commentare quello che l’Italia centrale, equamente e tragicamente suddiviso fra Lazio, Umbria, Marche e Abbruzzo, sta vivendo. “Un calvario che non finisce mai”, sono le parole del sindaco di Ussita, comune inagibile al centro per cento, con una intera cittadina trasferita a Recanati al Mare. “Non ci resta che piangere”, era il titolo di un film oggi drammaticamente applicabile ai centomila sfollati che, pare, alla fine della conta, sarà il bilancio di questa enorme, devastante ecatombe. A noi, a tutti noi, a tutti “gli uomini di buona volontà”, “non ci resta che pregare“.

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