RICONOSCERE IL CRISTO, PIETRA ANGOLARE DELLA NUOVA CREAZIONE

Domenica XXVII del Tempo Ordinario – anno A (4 ottobre 2020)
Letture: Is 5, 1-7; Fil 4, 6-9; Mt 21, 33-43

Nella storia della Chiesa, come nella storia del popolo di Israele, si sono spesso avverate le parole del Signore che dice: «La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata la pietra d’angolo». Basta ricordare le sofferenze di tanti santi, di tanti fondatori, di tanti amici di Dio. Ma questo riprende solo ciò che il Signore insegnava ai suoi discepoli, nelle beatitudini: “Beati voi quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male a causa mia”. In un certo senso, la santità, la vera santità, è sempre ciò che conduce a essere messo nel punto angolare della storia.

Ma questa parabola dei vignaiuoli non è, come pensiamo spesso, una parabola di condanna della perversità di uomini che vogliono impadronirsi della vigna del padrone. Ciò che Gesù vuole farci capire è molto più profondo e molto più attuale. Perché, in un certo senso, siamo tutti come questi vignaiuoli. Pensiamo tutti che i nostri doni, le nostre capacità, le nostre ricchezze materiali o intellettuali, le nostre responsabilità, sono nostri. E siamo pronti a difenderci spesso con tanta violenza. Per noi, non è sempre facile capire che tutto ciò che abbiamo, tutto ciò che siamo, è un dono, ricevuto da Dio.

La risposta dei sacerdoti alla domanda di Gesù che chiedeva: “Che cosa farà (il padrone della vigna) a quei contadini”, ci sembra logica: “Li farà perire miseramente”! Però Gesù non si accontenta di questa risposta. Non la riprende per conto suo. Egli ci invita invece a andare oltre a questa logica puramente umana con questa citazione delle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo”. Con questa immagine dell’angolo, della pietra d’angolo, Gesù ci invita così a uscire da una logica troppo semplicista, troppo lineare, di colpa e di vendetta.

In architettura, l’angolo non è solo un cambiamento di direzione, ma è anche ciò che permette a due linee opposte di unire la loro forza in una nuova direzione: la pietra angolare unisce due forze apparentemente opposte. Ed è proprio questo che fa Gesù, nei vangeli. La condanna dei vignaiuoli, come la condanna di Gesù, sono i capi dei sacerdoti che la fanno. Il Signore invece, con questa immagine della pietra angolare ci invita a pensare in un altro modo, in una nuova prospettiva. E questa nuova prospettiva, è proprio la novità sempre nuova della rivelazione.

In questa nuova prospettiva, la misericordia non si oppone alla giustizia, la grazia non va contro lo sforzo dell’uomo, la benevolenza e la bontà non si oppongono alla verità. Per i capi dei sacerdoti, come per i vignaiuoli, la bontà era una segno di debolezza, e la misericordia una colpa contro la verità! Ed è per questo che a loro “sarà tolto il regno di Dio”. Non capiscono che Dio non si comporta come gli uomini, non ammettono che Dio abbia altre vie. È la loro cecità che Gesù manifesta in questa parabola. Vogliono governare il mondo al posto di Dio, ma non capiscono le vie di Dio! Rimangono chiusi nella loro logica di condanne e di accuse. Non sono capaci di riconoscere l’amore di Dio quando viene loro incontro.
Sono così chiusi nel loro mondo che non riconoscono il Figlio, vera pietra angolare della nuova creazione!

Dom Guillaume trappista, cappellano Monastero Cistercense Valserena (Pisa)
(www.valserena.it)

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