Quella santità nascosta, banale, senza aureola…

Solennità di Tutti i Santi (1 novembre)
Letture: Ap 7, 2-4. 9-14; 1 Gv 3, 1-3; Mt 5, 1-12a

Prima di celebrare, domani, la memoria dei nostri cari defunti, la Chiesa ci invita a festeggiare, oggi, questa schiera innumerevole di donne e di uomini che hanno trovato il segreto della felicità, della gioia, della pace e della serenità. Questa è difatti la definizione della santità data da Gesù stesso nel vangelo delle beatitudini che abbiamo appena ascoltato. Spesso noi immaginiamo i santi come persone molto serie, forse un po’ tristi, che passano il tempo in ginocchio a pregare o che fanno prodigi di ascesi o di carità. Certo, questo tipo di santi esiste, e il calendario liturgico ci permette di conoscerli e di apprezzare tutto ciò che hanno fatto e scritto. Ma oggi la Chiesa ci invita a celebrare tutti questi santi nascosti, sconosciuti, che spesso incontriamo senza riconoscere la loro santità, perché è troppo banale, troppo comune, troppo semplice per noi.

Difatti, abbiamo sovente una immagine un po’ deformata, un po’ troppo straordinaria della santità. Aspettiamo dei santi che siano personaggi eccezionali, come questi eroi del cinema di Hollywood! Invece, il vangelo di oggi ci ricorda che i santi sono delle persone come noi, che vivono le stesse sfide, le stesse difficoltà, ma anche le stesse gioie. E per questo sono molto preziosi per noi, perché ci ricordano che la santità è la vocazione di ogni cristiano, di ognuno di noi.
Siamo tutti chiamati a scoprire il loro segreto, il segreto della felicità.

Perché quando Gesù parla di loro, ne parla sempre cominciando con questa parola:“beati”. I santi sono quelli che hanno saputo ascoltare, interiorizzare le parole di Gesù per farne un arte di vivere, un modo di accogliere gli avvenimenti della vita, un modo di accogliere gli altri. Hanno capito che il vangelo è prima di tutto una buona notizia, qualcosa che rende felice, che rende più forte, che trasforma ogni cosa in opportunità di crescita e di amore.

I santi non fanno finta di pensare che tutto vada bene, ma sanno trasformare il male in bene, le lacrime in gioia, la mitezza in forza! Sono quelli che, nelle piccole cose della vita quotidiana, non si fermano alle offese, ma si lasciano vincere dalla misericordia. Sanno vedere aldilà delle apparenze la presenza piena di benevolenza del Padre Buono. Non si lasciano scoraggiare dalle ingiustizie, ma si espongono al rischio di essere calunniati e umiliati per amore di Gesù.

Di questi santi, ne incontriamo ogni giorno. Sono vicini a noi. Molto spesso, non li capiamo e ogni tanto ci fanno un po’ paura perché vanno aldilà dei limiti che pensiamo ragionevoli. Ma la loro bontà, la loro disponibilità, la loro pazienza sta pian piano trasformando il mondo. Certo il male fa molto più rumore. Ma il bene, compiuto anche nel luogo più sconosciuto e più umile della terra, sta veramente modificando il destino del nostro mondo. Perché ogni atto di bontà fa crescere questa civiltà dell’amore che San Giovanni Paolo II voleva promuovere nei nostri tempi. I santi sono proprio quelli che hanno cominciato questo lavoro di trasformazione. Sono quelli che hanno scoperto il vero segreto della felicità, delle beatitudini.
Perché questo segreto è una persona: è Gesù solo!

Dom Guillaume trappista, cappellano Monastero Cistercense Valserena (Pisa)
(www.valserena.it)

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