Ascensione: l’inizio di una nuova presenza del Signore tra noi

ASCENSIONE DEL SIGNORE – Anno A – 21 maggio 2023

Letture: At 1, 1-11; Ef 1, 17-23; Mt 28, 16-20

 

          I testi della liturgia di questa solennità dell’Ascensione sembrano darci due messaggi contraddittori. Da una parte, insistono sul fatto che Gesù se ne va, ma dall’altra, affermano che il Signore rimane con noi, fino alla fine dei tempi. Presenza e assenza del Signore Gesù sembrano essere come le due facce di una stessa realtà, dopo la Risurrezione. Difatti, questo si verifica molto spesso anche nei racconti della Risurrezione, quando i discepoli insistono sul fatto che Gesù si manifesta, ma sparisce quando viene riconosciuto. Però l’Ascensione segna una tappa molto importante nella vita della piccola comunità dei primi cristiani, perché, da questo momento, Gesù non si lascia più vedere e toccare da nessuno. Anche se Paolo sente la sua voce sulla via di Damasco, non è più come prima.

          Questo non vuol dire che Gesù sia assente adesso, ma significa che il suo modo di essere presente è cambiato. L’Ascensione è l’inizio di un nuovo modo di presenza del Signore tra noi. Ormai, non dobbiamo più aspettare che il Signore si manifesti nello stesso modo con cui era presente in mezzo ai suoi discepoli. Questo tipo di presenza non è più necessario. Però il Signore si manifesta ancora in altri modi, molto diversi, che adesso dobbiamo imparare a riconoscere, come i discepoli.

          Il primo modo, il più chiaro, è questa presenza del Paraclito, dello Spirito Santo, che celebreremo fra poco. Gesù ha promesso ai suoi amici di mandare loro questo Difensore che li aiuterà a trovare le parole giuste e a rispondere ai loro nemici. In un certo senso, la vita interiore, la vita spirituale, cioè la vita dello Spirito di Dio in noi, è forse il segno più evidente, più profondo, della continua presenza di Gesù nella nostra vita. Perché lo Spirito Santo è proprio il legame che unisce il Padre con il Figlio, nella Trinità! Mandandoci lo Spirito, Gesù vuole farci partecipi della sua vita con il Padre, del loro amore.

          Ma ci sono altri segni che esprimono la vicinanza di Gesù. Difatti, il Signore ha insistito molto sul fatto che ogni volta che facciamo del bene o del male a uno di questi nostri fratelli, lo facciamo a Lui! Così l’ha capito Paolo quando si è accorto che, perseguitando i discepoli di Gesù faceva soffrire lo stesso Signore. L’altro segno che Gesù ci ha lasciato è dunque la nostra comunità, la nostra famiglia spirituale che è il suo corpo, e di cui il Signore è il capo. La Chiesa non è una istituzione come le altre, ma è il corpo del Signore Risorto in questo nostro mondo. E, per fare vivere e crescere questo suo corpo mistico, il Signore ci ha lasciato un altro segno della sua presenza, molto più potente di ogni segno, il sacramento dell’Eucaristia, il sacramento del suo corpo e del suo sangue.

          Certo, il Signore è salito alla destra del Padre nella gloria, ma rimane anche con noi, attraverso diversi modi, con lo Spirito di Verità, con la Chiesa vivente, con l’Eucaristia e la sua Parola! Tra questi pellegrini sulla terra, che siamo tutti noi, e il Signore seduto alla destra del Padre, ci sono questi legami forti e potenti, più potenti di ogni male, più potenti dalla morte stessa. Con l’Ascensione del Signore, c’è già una parte del nostro essere che tende verso l’alto, verso la gloria del Padre nostro!

Dom Guillaume
cappellano monastero cistercense “N.S. di Valserena” (Pisa)

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