Il Papa annuncia Giubileo straordinario: “La Chiesa riscoprirà la Misericordia”

 

L’annuncio durante la Liturgia penitenziale in San Pietro. L’Anno Santo inizierà l’8 dicembre 2015 e terminerà il 26 novembre del 2016. Nel secondo anniversario del Conclave, Bergoglio parla in un’intervista alla tv messicana. Critica il clericalismo, definisce esagerate le aspettative sul Sinodo e fa previsione sugli anni che gli restano.

Nel terzo venerdì di Quaresima, prima di confessarsi come un semplice penitente e, a sua volta, confessare per quasi un’ora come un semplice parroco, Papa Francesco trova ancora una volta il modo di scuotere con forza una Chiesa ai suoi occhi, forse, ancora troppo tiepida e poco “in uscita”. Durante una Liturgia Penitenziale l’annuncio di un Anno Santo Straordinario, un “tempo – fatto che rappresenta una novità assoluta – interamente dedicato alla Misericordia”.
Nella sua prima Messa domenicale da Papa, nella piccola parrocchia di Santa Marta, toccò proprio il tema della misericordia: «Dio non si stanca di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono».
Due ore dopo, al suo primo “Angelus” tornò sull’argomento con quell’aneddoto della nonnina che, andata a confessarsi dall’allora vescovo Bergoglio, disse quella frase rimasta impressa a lettere di fuoco nella mente e nel cuore del futuro Papa: «Se il Signore non perdonasse tutto, il mondo non esisterebbe».
Nasce, forse, da questa intuizione, diventata poi manifesto programmatico nell’Esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”, la scelta profetica di indire questo Anno Santo, questo “tempo straordinario di Misericordia”.

pprofonQuali sentimenti all’annuncio?
Stupore certo, sorpresa non più di tanto – dice monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari. Il primo pensiero che ho avuto è che il Papa, a due anni esatti dalla sua elezione, voglia riparte da principio, a quel suo primo Angelus dedicato proprio al tema della Misericordia. Papa Francesco vuole tornare alla parola iniziale del suo Pontificato facendoci chiaramente intendere che questo è il filo conduttore del suo cammino.
Una seconda riflessione è che, dopo due anni, il Papa ha capito quanto bisogno c’è di misericordia. Ha affrontato situazioni difficili, spinose, al’interno della Chiesa, della Curia romana, ha affrontato la sofferenza della famiglia (dedicandole un primo Sinodo e già programmandone un secondo) e quindi vedo i due ambiti dove il Papa vuole che passi la misericordia in maniera profonda: la vita familiare e la vita ecclesiale. Non c’è bisogno di misericordia nelle nostre sacrestie? Nelle nostre parrocchie? Senza pensare sempre alle Curie romane o cagliaritane. Ne abbiamo bisogno tutti. Misericordia che diventa, allora, la “parola d’ordine” della Chiesa rilanciata da Papa Francesco con rinnovata consapevolezza.

Evento mondiale (già a Roma sono sorte le prime preoccupazioni per la massa di pellegrini che arriveranno da tutto il mondo), che avrà inevitabili riflessi anche in sede locale, in ciascuna diocesi.
Il Papa ha dato l’annuncio con largo anticipo. Da qui all’8 dicembre c’è tempo a sufficienza per capire meglio contenuti e modalità di questo Giubileo. La tradizione di questi ultimi anni è stata sì quella di prevedere a Roma incontri cattolici, con questa fortissima dimensione universale, ma accompagnati da celebrazioni anche a livello locale. Quindi io credo che ci sarà un coinvolgimento diretto che arriverà, dal centro, fino alle parrocchie e a tutte le realtà di base. Nessuno sarà escluso, nessuno dovrà sentirsi escluso.

Sarà un caso che, proprio nel 2016, è in programma la Giornata Mondiale della Gioventù, testimone che Papa Francesco e i milioni di giovani di Rio de Janeiro, idealmente, consegnano a quelli di Cracovia?
Nulla è casuale nei “disegni” della Provvidenza. A Cracovia c’è il santuario della Divina Misericordia, della Santa Faustina Kowalska, canonizzata da San Giovanni Paolo II: sono fili invisibili che si legano e che, messi insieme, ci aiutano a capire la portata di questo annuncio del Papa che vuole “giocare” tutto il peso del Giubileo dell’Anno Santo straordinario su questo tema della Misericordia, e proprio in questi ambienti (famiglia e Chiesa) che lui ha esplorato, in questi due anni di pontificato, in maniera particolare.

Dunque, un annuncio forte, profetico, quello di Papa Francesco capace, ancora una volta, di “spiazzare” tutti con questa sua capacità di “vedere oltre”, di “vedere dentro”.
Il Giubileo, proprio per la sua portata intrinseca, non sarà un fatto devozionale, per anime pie, o per gli “addetti ai lavori”, come usa dire. Questa è una vera e propria chiamata a raccolta di tutta la Chiesa, in ogni sua componente, su un tema così profondo con gli inevitabili riflessi sulla società intera, perché con i conflitti e le guerre che abbiamo (anche vicino a casa nostra), Dio solo sa se ci sia bisogno di misericordia.

La Sardegna, per un singolare privilegio, è stata la prima terra visitata da Papa Francesco, quasi un nostalgico respirare l’aria della sua Buenos Aires. Proprio perché i sardi hanno a casa loro la Madonna di Bonaria, “Madre di Misericordia”.
La Sardegna vivrà questo evento in pienezza e risponderà a questo invito come i sardi sanno fare. Bonaria, Santuario e basilica, non potranno che essere luoghi privilegiati, cuore di ogni pellegrinaggio giubilare. Un legame reso ancora più forte dal ricordo della memorabile visita che Papa Francesco ci ha regalato.

Annuncio gioioso, ricco di speranza ma velato da quella frase, sulla lunghezza del pontificato, che ha turbato e inquietato.
Ogni tanto dobbiamo anche imparare a sorridere. Il Papa ha compiuto 78 anni. Gli auguriamo lunga vita e un altrettanto lungo pontificato. Ma è chiaro che non sarà, probabilmente, un pontificato di 30 anni, sarà più breve. Quindi, anche in questa constatazione realistica di Papa Francesco non vedo niente di sorprendente o preoccupante: sarà quello che il Signore vorrà, perché l’anagrafe va avanti per tutti.
Intanto continua a stare ben saldo al timone della barca di Pietro.


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APPROFONDISCI – Il papa annuncia il «Giubileo della misericordia» (Andrea Tornielli)


porta_santa_apertura_1925[1]Il rito iniziale e solenne del Giubileo è l’apertura della Porta santa. Così chiamata perché è attraverso di essa che, simbolicamente, si passa per avviarsi al “percorso straordinario” verso la salvezza.
Hanno una Porta santa, aperta solo in occasione dell’Anno Santo, mentre negli altri resta murata, le quattro basiliche maggiori di Roma: San Pietro, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le Mura e Santa Maria Maggiore.
Il prossimo 8 dicembre sarà Papa Francesco a spalancare la Porta santa di San Pietro per il Giubileo straordinario, il primo “Anno Santo della Misericordia” nella millenaria storia della Chiesa.
Gli ebrei celebravano il Jobel ogni 50 anni: tutti i figli di Israele si ritrovavano in uno stato di uguaglianza sociale, soprattutto chi aveva perso proprietà o libertà personale.
La Chiesa ha dato al Giubileo una valenza spirituale: è l’anno del perdono generale, della remissione dei peccati e delle pene, della riconciliazione e della indulgenza plenaria.
L’ultimo Anno Santo “ordinario” è stato quello del 2000, sette secoli dopo il più antico, promulgato da papa Bonifacio VIII nel 1300: fu indetto da Papa Wojtyla per celebrare il secondo millennio della nascita di Gesù.
In origine il Giubileo era previsto si celebrasse ogni secolo. Poi, per permettere a ogni generazione di vivere almeno un Anno santo, fu cadenzato a ogni 25 anni.
Questo, indetto da Papa Francesco, sarà il 65° Giubileo straordinario della storia, il primo in assoluto dedicato alla Misericordia. Segue quello del 1983, promulgato da San Giovanni Paolo II per i 1950 anni della Redenzione operata da Gesù sulla Croce nell’anno 33. Per lo stesso motivo, nel 1933, così fece anche Pio XI. Il primo di questi Giubilei straordinari risale a Sisto V, nel 1585, che dichiarò Anno Santo quello di inizio del suo pontificato, tradizione poi ripresa da alcuni suoi successori.
Nel secolo scorso ci sono stati anche due Giubilei “mariani”: nel 1954, indetto da Pio XII, per il centenario della definizione del dogma dell’Immacolata Concezione di Maria; l’altro nel 1987-88, ancora con Giovanni Paolo II, per celebrare il «compleanno» bimillenario della Madonna.
Nel corso della storia , davanti a qualche esigenza percepita più forte e urgente (come in questa occasione da Papa Bergoglio sul tema della Misericordia), i Pontefici non hanno esitato a concedere Giubilei universali straordinari, senza alterare la periodicità di quelli ordinari.
Così ci sono stati Giubilei straordinari per favorire la pace tra cristiani, per speciali circostanze storiche come il buon esito di un Concilio, la lotta contro i turchi. O anche Giubilei “particolari”, limitati a una deterninata regione o città.

 

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