Fra Nazareno, frate laico, “para circanti” come fra Nicola

La Collana de L’Unione Sarda dedicata ai Servi di Dio si apre con la figura di fra Nazareno da Pula, erede di fra Nicola, diventato frate cappuccino dopo l’ incontro con Padre Pio. Pubblichiamo la presentazione dell’opera a firma dell’autore  pubblicata sul quotidiano L’Unione Sarda.

Ai suoi funerali, in quel memorabile 29 febbraio 1992, Cagliari si fermò.
Almeno 40 mila persone vollero scortarlo dalla Cattedrale, stracolma all’inverosimile, fino al cimitero monumentale di Bonaria proprio come avvenne – in uno straordinario replay del 1958 – con fra Nicola da Gesturi.
Dopo Ignazio da Laconi e Nicola da Gesturi, quindi, un altro francescano, un altro cappuccino laico, un altro frate questuante si incammina verso la gloria degli altari.
Confermando quanto scritto da quell’inarrivabile cantore di Cagliari e della Sardegna che fu Francesco Alziator: «Se di santità in Sardegna si deve parlare, essa è sicuramente francescana».

Prigioniero in Africa
Giovanni Zucca, questo il suo nome all’anagrafe, è stata una “vocazione adulta”. Entra nel convento dei Cappuccini di Cagliari quando è ormai quarantenne.
Nato il 21 gennaio 1911 a Pula, la prima svolta nella sua vita a 25 anni quando decide di lasciare la Sardegna e partire per l’Africa Orientale: qui avvierà un’azienda di ristorazione che, nel giro di poco tempo, conquisterà quella comunità.
Allo scoppio della guerra, chiusa l’attività, Giovanni si arruola e prende parte alla campagna di guerra 1940-1941 in Africa Orientale: fatto prigioniero dagli inglesi, viene deportato in Kenia, dove rimarrà fino al 1946. Ma proprio in quella disperante carcerazione forgia il proprio carattere, distinguendosi e facendosi apprezzare – sia dai suoi compagni di sventura che dagli stessi inglesi che lo tenevano prigioniero – per le sue virtù, la nobiltà d’animo e il profondo amor patrio.

L’incontro con Padre Pio
Rientrato in Sardegna, ottiene un posto di fattorino alla Satas, Società Automobilistica Sarda, a Cagliari. È in questo periodo che intensifica i legami con una ragazza del capoluogo, nell’intento di formare con lei una famiglia. Ma, col passare degli anni, però, è un’altra vocazione a imporsi nel suo animo, quella di consacrarsi totalmente a Dio nella vita religiosa.
Decisivo sarà per lui l’incontro con Padre Pio da Pietrelcina.
Recatosi a San Giovanni Rotondo, il santo francescano, pur ricevendolo a modo suo («È da tempo che ti aspettavo»), lo trattò rudemente e lo mandò via. Anche se, all’indomani, lo accolse benevolmente e lo ascoltò come un vecchio amico. Avrebbe voluto essere accolto in quel convento di Puglia. «Sarai cappuccino, ma in Sardegna» – gli assicurò san Pio – e farai del bene alla gente della tua isola». E aggiunse, per confortarlo: «Vai tranquillo. Io non ti lascerò mai solo».
Gli eventi confermarono poi questa promessa.

Erede di fra Nicola
Accettato nel convento di Cagliari il 23 dicembre 1950, a un anno esatto vestirà il ruvido saio francescano diventando per sempre “fra Nazareno”.
Nel convento di Sanluri, dove celebra la sua professione solenne, svolse l’ufficio di cuoco, con grande compiacimento e soddisfazione dei confratelli. Sarà poi trasferito dapprima a Sassari e, due anni dopo, a Iglesias con l’incarico dell’ufficio della questua.
Nel 1958 muore fra Nicola.
Sarà proprio Nazareno a raccogliere il testimone di “frate Silenzio” come questuante (para circanti) per le strade di Cagliari e del circondario: i suoi passi saranno quelli di fra Nicola.
E come avvenne per il Beato di Gesturi, una folla sempre più numerosa accorreva a lui, al convento di Buoncammino. Fu giocoforza costretto a ridurre notevolmente il tempo della questua, per poter essere più disponibile ad accogliere, ascoltare e aiutare la gente che a lui ricorreva e poter visitare gli ammalati, dai quali veniva continuamente chiamato, sia negli ospedali cittadini che nelle loro abitazioni.

Dieci anni a Sorso
Nel 1977 i Superiori – anche per alleggerirlo dalla pressione della gente e lasciar “respirare” il convento di Cagliari, sempre invaso (giorno e, spesso, anche di notte) da una moltitudine di fedeli – decisero di trasferirlo nel “lontano” convento di Sorso, dove rimase fino al 1986.
La fama di fra Nazareno si sparse, così, anche nel nord della Sardegna. La sua quasi decennale permanenza a Sorso fu una benedizione per la popolazione locale ma non scoraggiò neanche un po’ i devoti di Cagliari e del sud-Sardegna che numerosi, in macchina, in autobus e in treno si recavano nel convento sassarese per incontrarlo.

La morte
Dal 1986 e fino alla morte ritroviamo fra Nazareno nella fraternità del convento di Cagliari anche se, prima saltuariamente e poi in modo permanente, andò a vivere in una casa di campagna, in località “Is Molas”, per essere disponibile all’accoglienza e all’ascolto.
Presago che sorella morte era già in anticamera («Padre Pio» – diceva – «è morto a 81 anni e anch’io morirò a 81 anni»), il 28 gennaio 1992 subì un lungo intervento chirurgico: venne portato in Rianimazione per una grave insufficienza respiratoria. Con la corona del Rosario stretta intorno al braccio sinistro e il Crocifisso nella mano destra, fra Nazareno riuscì a scrivere un ultimo messaggio al suo Superiore: «mi perdoni e mi benedica». La morte sopraggiunse il 29 febbraio di quel bisestile 1992.

I funerali
Seguito da una enorme folla, accompagnato da canti e preghiere, salutato ogni tanto da fragorosi applausi, il feretro di fra Nazareno attraversò piazza Palazzo quindi si diresse verso Bonaria attraverso via Martini, viale Regina Elena, piazza Costituzione, viale Regina Margherita e, quindi, quando era già buio, arrivò al piazzale del Cimitero dove stazionavano in attesa migliaia di persone.
Una benedizione al tombino, prima, e alla salma poi, precedettero la tumulazione nello stesso loculo di terza classe che, nel 1958, accolse le sante spoglie del Beato fra Nicola da Gesturi.

Iter della Causa
Lo scorso 26 ottobre a Pula, è stata effettuata la ricognizione del corpo di fra Nazareno, l’apertura cioè della sua attuale sepoltura e la sistemazione in una tomba nuova.
L’iter della Causa procede regolarmente con il completamento della positio, la raccolta completa di tutti gli scritti, testimonianze, fatti che attestino la eroicità delle virtù in vita di fra Nazareno: lavoro che la Congregazione delle Cause dei Santi sottoporrà all’apposita commissione di cardinali e vescovi. Nella beneaugurante ipotesi che la positio venga approvata, il tutto passerà alla firma del Papa che dichiarerà “Venerabile” fra Nazareno da Pula.

Paolo Matta

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