Cattolici e politica: ad Ales e Alghero nascono due “scuole di formazione”

È intitolata a don Tonino Bello la scuola di politica che, organizzata da sacerdoti e laici della diocesi di Ales-Terralba, coinvolge anche persone delle vicine diocesi di Iglesias, Cagliari e Oristano. Coordinatore dell’iniziativa, inaugurata mercoledì scorso a Villacidro (centro agroindustriale a 60 chilometri da Cagliari), è don Angelo Pittau, per oltre 30 anni direttore della Caritas diocesana di Ales-Terralba.

Anche nella diocesi di Alghero-Bosa ha preso il via il ciclo di incontri di formazione socio-politica promossi dall’Ufficio per i problemi sociali e del lavoro. Ad aprire il percorso formativo il vescovo, Padre Mauro Maria Morfino con una relazione sul metodo educativo di san Giovanni Bosco “Buoni cristiani e onesti cittadini”.

«L’Italia ha bisogno di cristiani che abbiano un’identità salda, che sappiano dialogare con tutti e costruire reti di impegno. Nel 2019 abbiamo lavorato in questa direzione: ci siamo incontrati e confrontati» – spiega don Pittau. – «La constatazione della scomparsa della vera cultura politica (non solo nell’ambiente cattolico) alla base, ma anche ai vertici della classe dirigente, ci spinge a passare all’azione, a curare un percorso di cultura politica, a fare ‘scuola’ politica».

Scuola che vuole rivolgersi soprattutto ai giovani: «A loro appartiene il domani e, più realisticamente, a loro appartiene l’oggi. Dobbiamo camminare assieme, assieme fare strada», aggiunge don Pittau. «Abbiamo pensato di condividere la nostra proposta con le diocesi di Oristano, di Cagliari e di Iglesias, spinti» – dice l’ex direttore Caritas – «non solo dalla logica che si sta facendo strada con il cammino iniziato per l’unificazione delle diocesi, quanto dalla considerazione della situazione della Sardegna tutta: zero politica, zero sviluppo, zero futuro; dalla povertà stiamo scivolando nella miseria. Il fallimento della politica di sinistra, di centro sinistra, della destra e del centro destra è sotto gli occhi di tutti. Il bene comune si costruisce ‘assieme’ come popolo, non nella divisione o nell’interesse di parte».

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