«ABBIAMO PERSO IL SENSO DEL SACRO: ORA PROVIAMO A RISCOPRIRCI COMUNITÀ»

(di Antonino Menne)

La paura imperversa, non riusciamo a farcene una ragione. Ogni volta che ci sintonizziamo su un telegiornale siamo pervasi dal terrore. Solo così si spiegano le strade vuote prima a Milano, poi a Roma, Napoli e ora a Parigi, Berlino e persino a New York.
Siamo disorientati e angosciati.
Ci affidiamo, come dobbiamo fare, alla scienza e agli esperti, ai capi di Stato, perlomeno a quelli dotati di senso di responsabilità. Il mondo si sta sgretolando e le nostre certezze stanno svanendo, stiamo già pensando a come riposizionarci al momento della ripartenza.
Cerchiamo, nel silenzio delle mura domestiche, una voce amica, aspettiamo che qualcuno ci dia la direzione. Non sappiamo come sarà la ripresa, ci facciamo forza perché ci diciamo: “andrà tutto bene”.
Sentiamo dentro di noi la solitudine, stiamo scoprendo che siamo diventati “individui solitari”.
Lo storico Franco Cardini ha detto: «Avere reciso il cordone con il sacro ha portato ad assolutizzare l’individuo e ciò spiega perché ci comportiamo da bambini sciocchi davanti al coronavirus».
Anziché darci una mano uno con l’altro, ripieghiamo dentro noi stessi. «Abbiamo perso il senso del sacro. Un tempo contro le epidemie si pregava, oggi si chiudono le chiese», ancora Cardini.
Allora proviamo a riscoprirci comunità, credenti e non credenti.
Proviamo a cercare fuori dal nostro super individualismo la risposta ai tempi nuovi che si stanno aprendo. Proviamo a darci la mano per superare la paura.
«La vera grande epidemia attuale è la nostra selvaggia e disperata paura».
Proviamo a riscoprirci popolo in preghiera.
Ecco perché mi piace riproporre l’immagine di Papa Francesco che percorre a piedi le vie deserte di Roma per recarsi a San Marcello al Corso dove si trova il Crocifisso miracoloso che nel 1522 venne portato in processione per i quartieri della città per invocare la fine della grande peste. O quelle dell’arcivescovo Mario Delpini qui a Milano ai piedi della Madonnina o, ancora, del Vescovo di Nuoro Mons. Antonello Mura, ai piedi della Madonna delle Grazie.
Tutti uniti dall’unica invocazione a Gesù recitata dai frati minori di Assisi:
«Tu hai creato l’universo con armonia e bellezza, ma noi con il nostro orgoglio abbiamo distrutto il corso della Natura e provocato una crisi ecologica; colpisce la nostra salute e il benessere della famiglia umana. Per questo ti chiediamo perdono. Ristabilisci l’ordine e l’armonia della natura e ricrea in noi una mente e un cuore nuovo affinché possiamo prenderci cura della nostra Terra come custodi fedeli. O Dio, affidiamo a te tutti gli ammalati e le loro famiglie».

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