VI RACCONTO IL MIO “PADRE SALVATORE”, UNO DEGLI EROI CIVILI DI MATTARELLA

Il ritratto di padre Salvatore Morittu, indicato oggi da Mattarella come “esempio civile”. È sempre stato in prima linea contro tutte le dipendenze (da droghe, alcol, videopoker e altro), ma si mantiene defilato quando si accendono le luci della ribalta. È una persona pragmatica, gli interessa aiutare l’Uomo e in particolare gli ultimi, esattamente come faceva quel Francesco d’Assisi che lo ha folgorato quando era appena un bimbo.

Conosco Padre Salvatore Morittu da 50 anni esatti, ero un bambino quando lui – frate minore allora 24enne – si apprestava a partire a Gerusalemme per conseguire la laurea in Teologia presso il prestigioso Istituto Biblico, e il Cagliari di Gigi Riva conquistava uno storico scudetto. Padre Morittu e “Rombo di tuono”: due persone straordinarie che hanno segnato profondamente la mia vita. E oggi che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha insignito il frate di Bonorva (Sassari) del titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, insieme ad altri 35 uomini e donne italiani, mi accorgo che è passato mezzo secolo da quando lo conobbi nel convento di San Mauro, a un tiro di schioppo da casa mia, a Cagliari.

Non mi meraviglia che il Presidente abbia voluto premiarlo.

Padre Morittu, che oggi ha 74 anni, ha tanti meriti. “Per aver dedicato tutta la sua vita al contrasto alle tossicodipendenze e all’emarginazione sociale”, si legge nella motivazione. Nel 1980 ha fondato a Cagliari la prima comunità terapeutica residenziale per tossicodipendenti in Sardegna, insieme al Centro di accoglienza San Mauro nel quale venivano avviati i giovani “drogati” al programma residenziale. Nel 1982 è arrivata la seconda Comunità di vita, quella di S’Aspru (nelle campagne di Siligo), poi quella di Campu ‘e Luas (Uta). Ciliegina sulla torta, dal 1998, la Casa Famiglia Sant’Antonio abate, prima e sinora unica struttura socio-residenziale in Sardegna che accoglie persone affette da HIV e patologie correlate. Nella menzione del presidente Mattarella si ricorda anche che Padre Morittu “è socio fondatore della Società Italiana Tossicodipendenze, che raccoglie a livello nazionale i più celebri ricercatori in ambito medico-farmacologico-sociale”.

Eroe civile, lo hanno definito.

Immagino l’espressione di Salva (così lo chiamano affettuosamente gli amici) quando lo avrà appreso dal letto delle Cliniche Universitarie di Sassari, dove è ricoverato da alcune settimane per guarire dalla polmonite bilaterale causata dal Covid-19. Il suo innato pudore gli avrà strappato un sorriso forzato, di quelli dettati dall’umiltà che contraddistingue i Grandi. Lui, che è sempre stato in prima linea contro tutte le dipendenze (da droghe, alcol, videopoker e altro), si mantiene defilato quando si accendono le luci della ribalta. È una persona pragmatica, gli interessa aiutare l’Uomo e in particolare gli ultimi, esattamente come faceva quel Francesco d’Assisi che lo ha folgorato quando era appena un bimbo.

Ha salvato migliaia di giovani, non solo sardi. 

Ha accolto persone che avevano commesso anche reati gravi, aiutandole a ricostruirsi in un lungo e impegnativo percorso. Si è fatto amare da tutti attraverso i risultati conseguiti, rifiutando di piegarsi alle lusinghe dei politici che di volta in volta lo tiravano per il saio. Soltanto per questo merita la mia stima incondizionata.

Sono un volontario dell’associazione Mondo X-Sardegna dal 1990. 

Alla comunità di Campu ‘e Luas, nel 1992, accompagnai Gigi Riva per incontrare i giovani ospiti. Quel giorno Riva, lasciando la Comunità mi confidò: “Oggi mi hai fatto un grande regalo. E, per la prima volta in vita mia, sono riuscito a non toccare una sigaretta per tre ore di seguito”. Lui, fumatore incallito, rispettò sino in fondo una delle regole fondamentali della Comunità, che lo aveva colpito per l’umanità di chi vi si trovava in cammino.

Salvatore è sempre stato presente nella mia vita, nei momenti di gioia e in quelli dolorosi. 

Ha celebrato il mio matrimonio, ha battezzato mio figlio Federico (proprio a Campu ‘e Luas, nella notte di Pasqua 2010), ha officiato i funerali di mio padre e di altri familiari. Un fratello maggiore, un amico. Un esempio, soprattutto. Con lui ho fatto un viaggio di nozze davvero originale, in Terra Santa: mi ha fatto conoscere quei luoghi straordinari attraverso la sensibilità di chi li conosce davvero. Congratulazioni, Salva. E grazie della tua presenza.

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