Parroco e direttore d’orchestra: «La musica ha cambiato la mia vita»

(DI MASSIMILIANO RAIS)

«Nessuno meglio di voi artisti, geniali costruttori di bellezza, può intuire qualcosa del pathos con cui Dio, all’alba della creazione, guardò all’opera delle sue mani».
È l’incipit della lettera di Giovanni Paolo II agli artisti, un alto riconoscimento del valore delle molteplici espressioni del genio dell’uomo.

Don Raimondo Mameli richiama il pensiero del Papa polacco per raccontare la sua vita divisa in due, tra fede e musica, due amori egualmente forti.
«Guido la parrocchia di Santa Margherita di Pula» – spiega il sacerdote – «e dirigo l’Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt».
Nata tre anni fa in occasione di un concerto di beneficenza organizzato a Cagliari dalla suore della Sacra Famiglia, la formazione è composta da 25 musicisti,  giovani talenti che hanno studiato al Conservatorio “Pierluigi da Palestrina”. Molti di loro frequentano corsi di perfezionamento a Vienna e a Parigi.
«All’inizio dell’attività ci siamo proposti di fare un concerto al mese ma ora arrivano molte richieste da associazioni e comuni. Per il prossimo autunno stiamo programmando alcuni concerti in Lombardia».

Raimondo Mameli ha studiato Composizione e Musica corale e Direzione di coro al Conservatorio, diplomandosi in canto nel 2003. Ha frequentato l’Accademia Internazionale di Cagliari con Katia Ricciarelli (canto) e Philippe Bender (direzione d’orchestra). Ha diretto diverse opere liriche tra le quali “Don Giovanni” e “Nozze di Figaro” di Mozart, “La Traviata” di Verdi, “La Serva Padrona” di Pergolesi, il “Don Pasquale” di Donizetti e “La Principessa della luna” di Alessandro Nidi.
Nel mondo sono due gli uomini di chiesa che dirigono un’orchestra: don Raimondo e un vescovo ortodosso.

La vocazione è arrivata in età adulta, a 28 anni, grazie alla musica: «Ho seguito un corso di canto gregoriano a Oristano per avere un attestato in più da inserire nel curriculum.  Quel canto mi ha aiutato a scoprire la vocazione. La mia vita è cambiata. Ora tra fede e musica ho trovato un perfetto equilibrio. Penso che l’una sia l’ideale complemento dell’altra. La musica, quando è bella e ben eseguita, ha sempre una sua sacralità».

Nel vasto repertorio dell’Orchestra “Wendt”, che il 15 marzo e il 26 aprile salirà sul palcoscenico del teatro Tse a Cagliari per proporre brani celebri di Rossini e Bizet, ci sono la musica strumentale di Bach, i compositori romantici e i classici del Novecento. «Ma» – avverte il sacerdote-direttore d’orchestra – «l’autore attorno al quale ruota tutto è Mozart perché è molto utile a giovani che devono perfezionare le tecniche di esecuzione. Abbiamo eseguito tante opere di Mozart, tante sue composizioni sia strumentali che vocali». Le preferenze? «Mi piace molto la musica di Gioacchino Rossini. Chi sente le sue note può mettere da parte lo psicologo. È il migliore antidepressivo».
Infine un auspicio: «Il canto gregoriano, il canto principe della chiesa di Roma, deve essere pienamente recuperato. Oggi è difficile trovare un luogo di culto in cui sia possibile ascoltarlo. Giuseppe Verdi diceva: torniamo all’antico e sarà un progresso».

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