Maria ci insegna il coraggio di scrutare l’improbabile e lasciare che l’impossibile accada

Solennità di SANTA MARIA MADRE DI DIO – Anno A – 1 gennaio 2023   (Letture Num 6,22-27; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21)

È con una benedizione, quella pronunciata da Aronne e dai suoi discendenti sui figli di Israele, che la Chiesa ci invita a entrare in questo nuovo anno: “Il Signore ti benedica e ti custodisca! Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia! Il Signore rivolga a te il Suo volto e ti conceda pace!” Ma per scoprire il significato misterioso di questa benedizione, per cogliere il significato profondo di ciascuna di queste parole, abbiamo bisogno di una chiave. E questa chiave è Maria, la Vergine di Israele, che ce la dona.

Maria non è forse colei che, fin dalla nascita, è stata scelta e benedetta da Dio, come annuncia l’Angelo dell’Annunciazione: “Rallegrati, tu che sei stata e rimani colmata dal favore divino; il Signore è con te“? Non è forse colei che “si rallegra in Dio, suo Salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva“, colei verso la quale Dio si è chinato? Non è forse lei che fa entrare nel mondo Colui che “guida i nostri passi sulle vie della pace“, colui attraverso il quale ci viene donato il “Principe della pace“?

Ma se la benedizione di Aronne trova la sua pienezza di significato nella vita e nel destino di Maria, essa continua a parlare a ciascuno di noi, oggi. Perché tutti siamo chiamati, a nostra volta, a dare un senso a questa benedizione. Siamo tutti destinati a vedere realizzata questa benedizione nella nostra vita, a diventare i “benedetti del Padre” che Gesù chiama a seguirlo nel suo Regno!

Per realizzare questa vocazione, per diventare a nostra volta benedizione vivente, dobbiamo seguire il cammino della Vergine Maria. E per aiutarci a scoprire questo cammino, la Chiesa ci offre alcuni punti di riferimento, attraverso le letture che abbiamo appena ascoltato.

Consideriamo, innanzitutto, il passo del Vangelo che ci racconta la visita dei pastori. San Luca, dopo aver constatato che “tutti si stupirono” all’udire il racconto dei pastori, sottolinea che Maria “custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore“. Così, anche quando siamo avvertiti e vigilanti, Dio ci sorprende sempre. La mano di Dio, spesso, passa inosservata nella nostra vita, e solo dopo aver ricordato e riflettuto su ciò che ci è accaduto alla luce della Parola di Dio, che gli eventi si chiariscono. Dio era lì, ma noi non lo sapevamo.

Maria ci insegna questa disponibilità agli avvenimenti, a ciò che accade, a ciò che viene dato. Ci insegna a non giudicare troppo in fretta e ad avere il coraggio di scrutare anche l’improbabile, a lasciare che l’impossibile accada.

Il secondo punto di riferimento ci viene offerto da San Paolo, nel passo della Lettera ai Galati che abbiamo appena ascoltato. Eppure, ciò che l’Apostolo ci dice è in qualche modo paradossale, per noi che tendiamo a opporre la carne e lo spirito. Egli insiste sia sulla realtà dell’Incarnazione: “è nato da donna, nato sotto la Legge“, sia sulla potenza dello Spirito “che è nei nostri cuori e grida al Padre chiamandolo Abbà“.

È proprio questo il grande paradosso della nostra fede cristiana, di cui Maria è l’icona. È nella piccolezza, nella debolezza della carne, che Dio ha dispiegato la sua forza. E lo stesso vale per noi. È proprio lì, nel cuore delle piccole cose della vita, nell’apparente insignificanza dei giorni, che Gesù bussa alla nostra porta, che lo Spirito soffia e che il Padre viene ad abitare in noi. All’inizio di questo nuovo anno, mettiamoci dunque, alla scuola di Maria e impariamo a osservare il passaggio di Dio nella parte più umile delle nostre vite, perché Egli viene!

Dom Guillaume – monaco trappista
www.valserena.it

Condividi sui social