“I santi della porta accanto”: alla scoperta di storie, spesso poco note, di santità vera

Non è un caso che la Collana sui Beati, Venerabili e Servi di Dio sia titolata “i santi della porta accanto”. È infatti una galleria di “ordinario eroismo” di virtù vissute in modo mirabile nella ferialità, nella quotidianità, nella semplicità più assolute.

E, talvolta, si tratta di storie – toccanti e commoventi tutte – assai poco note, poco divulgate, quasi del tutto assenti nella omiletica e nella catechesi delle nostre parrocchie.

Se la vicenda umana e cristiana di fra Nazareno da Pula o di suor Teresa Tambelli, sia per appartenenza al loro ordine che per la diffusione che ne hanno avuto sul territorio, fanno eccezione non altrettanto può dirsi delle altre figure che, settimana dopo settimana, sono proposte alla vasta platea dei lettori del quotidiano L’Unione Sarda che ne ha promosso la pubblicazione.

È il caso di don Antonio Loi, sacerdote di Decimoputzu, morto nel 1965 a neanche trent’anni dopo un lunghissimo calvario fra ricoveri, interventi ed esami. Il suo più grande desiderio, nonostante il grande male, fu quello di diventare sacerdote: lo fu solo per venti mesi.

La biografia di Simona Tronci è già stata tradotta in inglese. A 1 anni, questa ragazzina piena di vita, fonda la comunità “Primavera” quindi sarà la prima donna ammessa alla Facoltà teologica. Il suo calvario inizia nel 1983 quando le viene diagnosticato un tumore maligno. Morirà a neanche 24 anni: i canti del suo funerale li aveva composti lei con la sua inseparabile chitarra a tracolla.

Commovente la storia di fra Antonino Pisano: una fortissima miopia gli impedisce la regolarità negli studi ma non di offrirsi, come santa Teresina di Gesù bambino, vittima dell’Amore misericordioso. Ammalatosi di tisi muore il 6 agosto del 1927 appena ventenne. È sepolto nel santuario di Bonaria proprio sotto l’altare maggiore.

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