EPIFANIA: I MAGI PAGANI, PRIMI PROFETI

6 gennaio: EPIFANIA DEL SIGNORE  (6 gennaio 2019) – Letture Is 60,1-6; Ef 3,2-3a.5-6; Mt 2, 1-12

Nel vangelo di Matteo, ci sono quelli che chiedono, che cercano, che hanno lasciato tutto ciò che avevano per seguire una stella effimera nel cielo. E poi, ci sono quelli che conoscono ma non vogliono muoversi, quelli che hanno la scienza e le Scritture, ma non cercano più perché hanno paura di perdere ciò che pensano di possedere. Questo contrasto dà al nostro racconto evangelico un aspetto drammatico ma anche molto sconcertante. Quelli che avevano ricevuto le promesse non aspettavano più niente. Invece, quelli che erano estranei alla storia della salvezza non solo avevano visto la stella, ma avevano anche lasciato tutto per seguirla!

Ciò che a noi potrebbe colpire e sembrare sempre molto attuale è il fatto che Dio abbia scelto dei pagani, gente ignorante delle Scritture, senza cultura religiosa come si dice oggi, per annunciare al suo popolo la venuta del Messia. I Magi pagani sono diventati i profeti del popolo di Dio. E questo ci fa toccare con mano una questione sempre di attualità. Non basta conoscere per riconoscere. C’è una scienza delle cose di Dio, una conoscenza spirituale che potrebbe rendere ciechi, perché impedisce di vedere e di riconoscere quando Dio ci viene incontro.

Il problema di Erode, dei sacerdoti e degli scribi di fronte alla domanda dei Magi sarà sempre lo stesso, ma molto più acuto, di fronte a Gesù stesso. La pretesa dei farisei e degli scribi di sapere cosa si deve pensare, cosa Dio dovrebbe dire e fare, la pretesa di sapere tutto meglio di tutti impedirà a questi uomini di riconoscere Colui che viene! Come è strano pensare che potevano insegnare agli altri, senza poter approfittare dal proprio insegnamento.

Ma di fronte a questa scienza che chiude e che impedisce di riconoscere la venuta di Dio, c’è quest’altra conoscenza, capace di scrutare e di ascoltare la melodia della creazione per riconoscere la voce del suo Creatore. C’è questa scienza umile che sa meravigliarsi e aprire le porte invece di chiuderle. Una scienza che non solo sa usare le tecniche le più avanzate del tempo, ma che rimane capace di accogliere il miracolo e l’inaspettato.

Il vangelo di oggi non oppone conoscenza e umiltà, ma contrappone la scienza superba all’umile conoscenza. Quest’umiltà vera, la vediamo proprio nella figura dei Magi che sono capaci di lasciare una questione aperta: hanno visto una stella ma non sanno dove li porterà! Sono capaci di riconoscere la loro ignoranza per chiedere e ascoltare. Sono capaci di seguire e obbedire, ma senza tradire la verità.
E diventano così capaci di vedere la presenza del Verbo di Dio dove tanti altri vedono solo un piccolo bambino.

Anche a noi, oggi ancora, Dio manda delle stelle e dei Magi che le seguono. Certo, anche a loro, manca la cultura, la conoscenza, e spesso il comportamento adatto. Ma Dio ci manda queste persone, questi poveri e umili, come dei messaggeri! Vengono a disturbare il nostro modo di pensare e le nostre abitudini.
Anche loro cercano Colui che deve venire e ci invitano ad ascoltare, a aprire gli occhi, a usare ciò che sappiamo per accogliere Dio che ci viene incontro!

Dom Guillaume trappista, cappellano Monastero Cistercense Valserena
(www.valserena.it)

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