Don Tonio Pittau, il caso è chiuso per sempre

La morte di don Tonio Pittau, mai dimenticato parroco della Cattedrale di Cagliari, non è più un caso giudiziario. Sospetti, accuse più o meno velate, ricostruzioni e depistaggi: tutto archiviato. La sua morte è dovuta a cause naturali. Le indagini, riaperte da Pubblico Ministero del Tribunale di Cagliari Alessandro Pili circa tre mesi fa, hanno portato alla definitiva archiviazione di questo mistero.

Era stata la famiglia Pittau, soprattutto i suoi fratelli sacerdoti Dino e Bruno – dopo anni di silenziosa, cristiana rassegnazione – a parlare apertamente di omicidio. Per ben quattro volte è stata aperta (e poi chiusa) l’inchiesta sulla fine di don Tonio, trovato privo di vita, nelle prime ore del 23 dicembre 1988 in fondo a un burrone lungo la strada statale 125, in territorio di Burcei. L’ultima due mesi fa.

I legali della famiglia Pittau (gli avvocati Alfonso Olla e Susanna Deiana), convinti della tesi omicidio, hanno chiesto un ulteriore approfondimento su quanto dichiarato da don Eugenio Porcu, anche lui parroco del Duomo, ma dall’agosto 1995 al luglio 1997. Il sacerdote aveva dichiarato di aver ricevuto una telefonata la sera della misteriosa scomparsa di don Tonio Pittau (il 22 dicembre 1988 intorno alle 22) nella quale una donna lo avvertiva che il «parroco della Cattedrale era stato ucciso». Questo, almeno, era quanto le aveva confidato nel pomeriggio (poco prima delle cinque) una suora della scuola materna di via Lamarmora.

Affermazioni da approfondire – secondo i legali dei Pittau – in quanto il corpo di don Tonio venne ritrovato solo la mattina del 23. Approfondimenti che, ancora una volta, non hanno aggiunto nulla a quanto già si sapesse. La donna che chiamò don Porcu è morta da dieci anni e della suora che le aveva fatto la confidenza (in un ambulatorio, in via Lamarmora) non si sa più nulla in quanto ha lasciato da tempo la Congregazione delle “Ancelle della Sacra Famiglia” di cui faceva parte. Entrambe non furono mai interrogate all’epoca dei fatti né dopo.

Don Pittau, un caso chiuso, dunque. Per il pm Pili: non ci sono elementi per contestare l’omicidio.

Resta il mistero. Di quella telefonata che don Tonio ricevette mentre era a tavola con i familiari per festeggiare i suoi 50 anni. «Impallidì mortalmente», è il ricordo del fratello don Dino. Uscito di casa alle 15 «per fare benzina», come lasciò scritto in un biglietto, la sera stessa precipitò con la sua auto in un tratto rettilineo dell’Orientale sarda: nessun segno di frenata e il guardrail intatto. Disgrazia o delitto?

Incominciarono una serie di ipotesi legate ad alcuni furti al Tesoro della Cattedrale, a episodi di pedofilia, a una mediazione del parroco in ambienti malavitosi.
Forse don Tonio aveva scoperto qualcosa e fu messo a tacere?
Forse…

Paolo Matta

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