Bosa, compie 90 anni la Piccola Casa del Cottolengo

Da novant’anni la Piccola Casa della Divina Provvidenza, meglio conosciuta come Cottolengo, è entrata nella vita della città di Bosa.
Nel 1932 venne, infatti, inaugurata ufficialmente questa “succursale bosana”, che fa capo alla Casa Madre di Torino, realizzata grazie ad un lascito testamentario della nobildonna Italina Parpaglia Demuro.
In quasi un secolo, la Casa ha conosciuto ampliamenti e ristrutturazioni volti a rendere la struttura sempre più confortevole e accogliente a favore dei suoi “ospiti”, in gran parte disabili e anziani.

Attualmente vivono nella Piccola Casa circa trenta ospiti e la comunità formata da cinque suore cottolenghine. Accanto a loro una “rete” di collaboratori: varie figure professionali (fisioterapista, educatori, cuochi, infermieri, operatori polivalenti), giovani del servizio civile e volontari.

La giornata-tipo al Cottolengo è scandita da una serie di attività programmate, che hanno inizio la mattina, dopo la colazione, e proseguono fino all’ora di pranzo e dal pomeriggio fino all’ora di cena.

Quotidiani anche la riabilitazione – svolta individualmente allo scopo di mantenere la persona in attività fisica e di correggere i comportamenti motori non idonei – e i laboratori di decoupage per il mantenimento di attività logiche associative. Queste iniziative si svolgono insieme agli educatori ed ai ragazzi del Servizio Civile. Nell’ottica della cura della persona periodicamente accede al Cottolengo una parrucchiera: i dipendenti provvedono al taglio dei capelli e della barba degli uomini e alla cura delle mani di tutti gli ospiti.

In alcuni periodi dell’anno viene assicurata la catechesi speciale, mentre la partecipazione alla messa e la recita del Rosario sono garantite almeno una volta alla settimana.

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