Arturo Paoli a Cagliari: «L’uomo ha paura di se stesso»

A qualche giorno dalla morte riproponiamo l’intervista rilasciata ad Alessandro Porcheddu da fratel Arturo Paoli, a Cagliari nel Natale 2006 e il video di Dino Biggio con una sua toccante preghiera. 

Incontrare Fratel Arturo Paoli è una straordinaria esperienza di fede. Mentre parla fa traboccare la sua fede fortificata da 94 splendide primavere, molte delle quali vissute in prima linea su tanti fronti. Ma è stato il suo rapporto intenso e libero con i più poveri che gli permette di essere convincente in quel che dice, molto di più di quanto possa far pensare la sua saggezza data dall’età. A proposito ne mostra molti di meno, non solo fisicamente, ma soprattutto nel modo di esprimersi perfettamente aderente ai tempi che viviamo. Il suo sguardo ravvicinato e intenso, che fissa dolcemente i tuoi occhi, dà la sensazione che il tempo a disposizione per l’incontro trascorra molto più velocemente.

 

La preghiera di fratel Arturo Paoli

Lei ha vissuto a lungo tra i poveri cercando tra loro il volto di Dio : quale messaggio di Natale può arrivare a chi vive nell’indigenza e solitudine ?
I poveri dovrebbero scoprire che il Natale rappresenta la predilezione di Dio per loro: io ho provato nelle piccole comunità di base che è Dio che li convoca; questo segno di predilezione deve dare loro dignità e la consapevolezza che nelle loro scelte Dio è con loro. Come nell’Esodo, cos’è che muove il popolo a uscire dall’Egitto ? la certezza che Dio è con loro. Il Natale è una festa manipolata dal consumismo: i poveri o sono trascinati dalle voglie che non possono soddisfare, o si uniscono per prendere coscienza che la liberazione non dipende dal prefetto, dal governatore o dall’uomo politico che ha fatto giungere loro le sue promesse di un mondo diverso.

Anche cristianamente il Natale è diventata solo la festa dell’opulenza, del consumismo, delle parate liturgiche ?

II Natale è una festa nata male perché la vera manifestazione sarebbe l’Epifania quando Gesù si manifesta come Figlio di Dio e inviato da Lui. Il Natale è una festa più recente che il cristianesimo ha istituito per rimpiazzare il “Natalis solis invicti” festa romana del solstizio d’inverno, dedicata al dio sole. A Roma facevano una carnevalata scandalosa, scapigliata, sfrenata di lussuria e ubriachezza. Allora la Chiesa ha voluto mettere nel computo del calendario Gregoriano la festa del Natale di Gesù, nuovo sole che sorge ad Oriente, però ha conservato e non si potrà mai liberare la sua origine pagana. Ecco perché ho detto il Natale nato male, si è innestato nella storia da una festa pagana particolarmente scandalosa.

Cosa augura invece ai poveri di spirito ?
La definizione “poveri di spirito” può diventare una grande beffa: uno può dire posso essere ricco di soldi ma povero di spirito ? No, non può essere. Povero di spirito è il povero che accetta la sua povertà, che non è miseria, che si spoglia delle voglie. Esiste un bel libro pubblicato in Italia da Armido Rizzi, un ex sacerdote che vive a Fiesole : “L’Erba voglia”; ciò di cui è schiavo oggi l’uomo sono le voglie, la società consumista ha bisogno di suscitare voglie. Ricordo che quando ero giovane non avevo mai pensato al motorino, al televisore, al cellulare, ma perché non c’erano e allora per poter vendere le nuove produzioni della tecnica bisogna suscitare le voglie.
Il povero di spirito è la persona che si contenta di quello che ha e non vive agitato dalle voglie, quello che è grave nella nostra società è la moltiplicazione dei desideri che ti portano fuori dal tuo vero io, che ti portano alla alienazione permanente che è l’antipovertà, non nel senso materiale ma dell’essere e del vero senso della vita.

Si vive sempre con l’ansia e la necessità di programmare il domani per avere nuovi oggetti…
Si possono prendere a modello i detergenti: ogni giorno ce ne è uno che lava più bianco e più velocemente , cosi si deve scartare quello che si ha in casa e comprare quello nuovo. Oggi è importante arrivare prima, distruggere il tempo perché quando sei angosciato il tempo che ti viene incontro, ti fa paura, quando non hai la pace interiore in te stesso, il senso del silenzio, lo stare solo con te spaventa, sei pesante a te stesso, bisogna allora distruggere il tempo vuoto perché il tempo mi fa ricadere su me stesso, oggi l’uomo ha paura di se, il grande nemico dal quale fuggire è il proprio “io”. Bisogna vedere che il tempo vuoto non mi metta davanti a me stesso, c’è questa mania di moltiplicare il tempo: per arrivare 20 minuti prima da Firenze a Bologna si sta sbranando il Mugello, si spendono piogge di miliardi per arrivare prima con il rischio dell’alta velocità, una mania, è infantile, adolescenziale, si vuole arrivare prima perché? La vera ragione è psicologica, l’uomo non è abituato a stare con se stesso a riempire il silenzio con la meditazione, la preghiera, la riflessione. 

Parliamo della sua esperienza di fede: lei dice spesso che bisogna dare più spazio all’ascolto che alla preghiera
Quando la Chiesa dice che ci sono preghiere di obbligo, dico che è un obbligo e un dovere, ma a un certo punto bisogna soggettizzare la preghiera, farla propria, le parole in sè non hanno valore, se nel silenzio senti la presenza di Dio, a lui ti rivolgi e ti senti guardato, allora, non servono più le parole; quando ti innamori, ci si parla a lungo per conoscersi, si da il proprio tempo è dopo qualche mese o ci si lascia o ci si ama e allora basterà uno sguardo, gli occhi parleranno più delle parole. I giovani non si innamorano più, perché sono dominati dal bisogno di possedere il più presto possibile.

Giovanni Paolo II ha denunciato come il dramma del cristianesimo contemporaneo sia la separazione tra fede e vita. Quale legame quindi tra Parola di Dio e fede ?
La Parola di Dio rivela chi è Lui, la Parola è una presentazione attraverso cui posso conoscere razionalmente con chi mi relaziono. Leggendo Budda o Confucio posso essere attratto razionalmente ma non è la fede, la fede è decisione di donarsi a Dio.

Esiste una Chiesa per i poveri ?
Nooo, prima di tutto cosa vuoi dire Chiesa? Che la Chiesa abbia una dimensione di aiuto per i poveri non c’è dubbio, c’è e ci sarà sempre.
Che la Chiesa sia pensata dai poveri e per loro non direi. La pastorale e il culto sono pensati dalla classe media in su. Le riforme liturgiche presentate nel concilio Vaticano II appaiono più consapevoli del bisogno e delle possibilità del popolo poco istruito e povero.
Il ritorno al latino è ispirato al gusto della classe che sa il latino o ha un’istruzione capace di gustarlo.
E soprattutto essendo radicalmente individualista, sfugge la identificazione con i poveri e predilige una chiesa elitarista evidentemente non evangelica.

La Chiesa cristiana è responsabile dei mali del mondo ?
Correggerei in “la cultura cristiana”, la forma di vivere il cristianesimo, non ha certamente favorito direttamente la civiltà. Il mondo cristiano occidentale oggi è al centro di tutte le ingiustizie le guerre il male che succede nel mondo. Il male e il peccato accadono dappertutto in Asia Africa ecc, ma il male della Cina non cade su noi mentre noi occidentali attraverso il controllo della ricchezza e della distribuzione, il controllo delle risorse del mondo petrolio minerali, ecc… siamo al comando di rutto lo sfruttamento e quindi della miseria del mondo e questa è la causa della sua fine. E’ vero ci sono guerre tribali in Africa, ma chi manda le armi ? noi, i colonialisti, la fame nel mondo è causata da noi, trattenendo i beni al nostro uso. Dopo la 2° guerra mondiale in Europa ci fu un esame di coscienza: come è possibile che noi europei così civilizzati abbiamo potuto pensare l’olocausto, tanta distruzione, la guerra? Paolo VI andò all’Onu e dichiarò: “jamais la guerre” mai più!
Allora cosa bisogna fare ? non ci deve essere la fame! finché ci saranno squilibri, finché una parte del mondo sfrutta l’altra parte, ci saranno sempre conflitti. Non ci deve essere la fame, allora bisogna controllare i beni. A Roma si crea un elefante bianco, un centro di statistica per sapere come distribuire i beni della terra. Si è creata la Banca mondiale: l’F.M.I: ma l’America mettendo al primo posto la sicurezza e conseguentemente, il bisogno di armarsi, ha cancellato tutti i progetti per eliminare la fame, così la fame nel mondo e la dimensione della miseria è cresciuta.

La carità è l’anima della missione ?
C’è un equivoco nato dalla nostra cultura greca cioè, che la verità è al di fuori dell’uomo, al di sopra e che lo domina; un po’ come la legge sta fuori di me; non importa se la capisco o meno ;l’importante è obbedire, come nell’esercito. Tutti i comandi vanno capiti ma eseguiti, analogamente c’è una verità che sta al di sopra e deve essere obbedita.. Nel cristianesimo avviene un cambiamento: la legge che diventa vita. C’è un espressione nel Nuovo Testamento “facientes veritatem in caritate”, fare la verità nell’amore; la verità si conquista amando: ti scopri vero nella misura in cui ami e scopri l’altro nella misura in cui ti ama.
La missione è pensata come progetto di fare cristiani e di colonizzare. Non si parte dall’amore per l’Indio e dal rispetto per la sua cultura: importa salvare la sua anima e per questo deve accettare una verità che non capisce.>

C’è il pericolo che i poveri vengano strumentalizzati da alcuni missionari ?
Non è generale ma capita e c’è sempre stato questo fatto: ci sono missionari molto sinceri che ho conosciuto. Il costruire in Africa in zone poverissime chiese costosissime templi grandiosi, cattedrali nel deserto è strumentalizzare i poveri, vuol dire sputarli in faccia.
In Brasile ho come cappella una capanna di legno abbastanza primitiva, e dico spesso: qui si glorifica Dio più che in una grande cattedrale. Dio non ha bisogno di templi grandiosi e carichi di oro.

Che effetto ha avuto la globalizzazione per i poveri ?
Molto semplice: la globalizzazione è un trucco per spogliare i poveri del poco che hanno e arricchire i ricchi del molto che hanno; è come andare contromano in autostrada, il rischio è fracassarsi ! La globalizzazione è nata come un bel progetto: “finalmente ma l’America ha cambiato freccia perché il movimento della ricchezza vada verso l’accumulazione piuttosto che verso la giusta distribuzione.

Che spazio può avere la religiosità nella nostra società secolarizzata ?
II cristianesimo dovrebbe essere religione profetica essendo dottrina di giustizia e carità; sua caratteristica cioè religione che s’interessa delle circostanze reali in cui vive l’uomo.. Nel cristianesimo si deve cercare la propria posizione nel regno di Dio, la vita, le scelte il mio essere deve aiutare l’umanità ad amarsi di più a convivere pacificamente o la disturba o porta danno: Questa la domanda che dovrebbe farsi un cristiano, non posso pensarmi solo davanti a Dio, sono una delle piccole ruote dell’umanità e devo contribuire a divenire una comunità sempre più pacifica e giusta. Non c’è alternativa.
Il centro della predicazione di Gesù non è l’anima, esiste l’essere l’uomo fatto di carne, anima e spirito. II centro della predicazione di Gesù che cos’è? Regno di Dio significa una società guidata dalla convinzione che tutti siamo fratelli. E tutti dobbiamo collaborare al divenire di questo Regno.

Che ruolo hanno i laici nella chiesa clericizzata?
Nella società politica il laico deve comportarsi come se non fosse religioso secondo la frase di Bonheffer “Come se Dio non esistesse”, e questo non vuol dire senza principi etici ma vuol dire non lasciare a Dio quello che deve fare l’uomo come la pace e la giustizia.
Esiste un compito che il laico credente deve assolvere in assoluta uguaglianza con il non credente. Evidentemente il credente non deve mai spogliarsi della sua fede ma avere sempre presente che in certi campi deve difendere la propria laicità.
In Italia abbiamo avuto dei modelli da imitare e non dimenticare come De Gasperi, La Pira, Dossetti, Gonella e altri.

II nuovo prefetto per il clero, il Cardinale Claudio Hummes, ha esordito pesantemente …
Io penso che lui viene dalla realtà americana e sa bene che la situazione del clero sotto questo aspetto è diversa: la razza sud-americana specialmente la brasiliana è molto affettiva, accogliente, libera se il Vescovo in visita viene abbracciato come un parente molto caro. Il cardinale conosce la situazione; gli avranno chiesto cosa pensa del celibato e lui ha risposto improvvisamente non è un dogma potrebbe essere ripensato ma da Roma gli hanno tirato subito le orecchie hanno rimediato dicendo non è un dogma ma ha una tradizione antichissima.

La chiesa appare ferma su concetti filosofici superati dal tempo?
Eh si. Questa è la cosa più grave. La Chiesa è ancorata nella filosofia dell’essere. Quando il cristianesimo è entrato nell’occidente ha trovato un mondo molto avanzato razionalmente il mondo greco e lo ha adottato: è stato inculturato in questo mondo. Oggi c’è una polemica trai filosofi Vattimo Cacciari ecc con il Papa che dice fuori dall’assoluto tutto diventa relativo, il bene è uguale al male, ma non è vero.
Non considera che dai concetti assoluti sono sorte delle ideologie responsabili di avere scatenato guerre ingiuste e molte gravissime calamità che hanno funestato i secoli:
Nel Medioevo la verità cattolica è questa e quelli che non la credono bisogna eliminarli. Il 1 gennaio del 1300 nella piazza centrale di Parigi hanno bruciato una donna che si chiamava Margherita Perette e ha assistito tutto il clero e i l’Arcivescovo con i paramenti e quando è finita come una farfalla bruciata nel fuoco hanno cantato il Tedeum, ora che si sono trovati i suoi manoscritti è considerata una grande mistica. Ma perché è stata bruciata? Perché diceva quello che conta è l’amore. C’è della ingenuità in questa espressione ma la mistica voleva dire che l’amore non ha ne luogo, ne tempo, è dovunque e nessuno può ucciderlo. >

Alessandro Porcheddu

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